Ricevuto stamani, riscrivo:
"Così la vita si spegne...un attimo...e il cuore si apre lasciando che il dolore venga fuori!
Così chi ami ti lascia con quel piccolo ricordo di un buon sapore in bocca.
Forse sapeva di vita!"
Non aggiungo altro, spero un giorno i miei figli possano leggerlo.
Quel giorno capiranno che anche nella morte c'è dignità. E tutta la bellezza della Vita che non passa: cambia solo forma.
sabato 12 novembre 2011
mercoledì 9 novembre 2011
Nessun titolo
Idee e idee da scrivere in questo spazio.
Poi una chiaccherata, lontano parente lontano.
In Sardegna, ancora, padrino e madrina sono persone che da quel giorno diventano parte della famiglia.
E il lontano parente lontano ha il padrino del figlio a casa con un tumore. Sola -terapia- rimasta quella del dolore.
Quel parente dal bel cuore pensa bene di lasciare andare le parole con una dolcezza unica e le rende pesanti come massi di granito. Della Sardegna, si.
Ho vissuto malattie in casa. Anche da piccolo. Ma c'era una cura, una possibilità ogni volta. Una lotta da fare.
Non era mai il momento di dire basta così.
I piccoli o grandi incidenti della vita sono sempre passati così: con un certo distacco che mi portava -fuori- e dava lucida serenità nell'affrontarli.
In quella chiaccherata ho trovato invece il cuore che si smarrisce.
In un Mistero ostinatamente chiamato Vita.
E non accetto che non si possa più lottare. Comunque.
Non capirò in questa esistenza quel Mistero ma credo che il viverlo e sfidarlo ogni giorno sia l'unico modo di rendergli l'onore che merita.
Al prossimo post!
Poi una chiaccherata, lontano parente lontano.
In Sardegna, ancora, padrino e madrina sono persone che da quel giorno diventano parte della famiglia.
E il lontano parente lontano ha il padrino del figlio a casa con un tumore. Sola -terapia- rimasta quella del dolore.
Quel parente dal bel cuore pensa bene di lasciare andare le parole con una dolcezza unica e le rende pesanti come massi di granito. Della Sardegna, si.
Ho vissuto malattie in casa. Anche da piccolo. Ma c'era una cura, una possibilità ogni volta. Una lotta da fare.
Non era mai il momento di dire basta così.
I piccoli o grandi incidenti della vita sono sempre passati così: con un certo distacco che mi portava -fuori- e dava lucida serenità nell'affrontarli.
In quella chiaccherata ho trovato invece il cuore che si smarrisce.
In un Mistero ostinatamente chiamato Vita.
E non accetto che non si possa più lottare. Comunque.
Non capirò in questa esistenza quel Mistero ma credo che il viverlo e sfidarlo ogni giorno sia l'unico modo di rendergli l'onore che merita.
Al prossimo post!
mercoledì 2 novembre 2011
Halloween e altre amenità
Passato Halloween.
E che festa è?
In America o altri anglofoni paesi ha ben più profonde radici che da noi. E altri sensi, oltre l'incrementare le vendite di un qualsiasi cosa per un giorno.
Ma tant'è: c'è. E diverte i bimbi. E noi grandetti abbiamo un ottima scusa per tornare a giocare con le maschere.
Chissà che non sia questo alla fine il vero bisogno, nascondersi per del tempo dietro una maschera.
Da Pirandello in giù ne hanno parlato in molti e non ho nessuna intenzione di aprire contenziosi con costoro...
Giochi a parte, resta la maschera: gioco, desiderio o Altra Natura.
E allora di corsa a truccare i bimbi, vedi foto, e a rimettere una maschera di cuoio e la felpa col cappuccio.
A giocare! Al fotografo.
E una streghetta mi ha regalato l'emozione di una foto non cercata: lei ferma con una luce in mano e il resto dei -mostri- che le giravano in torno. Nemmeno un'attrice consumata avrebbe avuto una simile, convinta, espressione di stupore!
Ancora la Vita che gioca. E scorre, lasciandosi guardare.
Si mostra solo un po', elegante Donna, giocando con piccole seduzioni "buttate" lì, con studiata disattenzione.
Forse attraverso una maschera, o un obbiettivo, è più semplice notarlo. Si ferma un momento. E si scopre che in quel momento la Vita sorrideva maliziosa.
E che festa è?
In America o altri anglofoni paesi ha ben più profonde radici che da noi. E altri sensi, oltre l'incrementare le vendite di un qualsiasi cosa per un giorno.
Ma tant'è: c'è. E diverte i bimbi. E noi grandetti abbiamo un ottima scusa per tornare a giocare con le maschere.
Chissà che non sia questo alla fine il vero bisogno, nascondersi per del tempo dietro una maschera.
Da Pirandello in giù ne hanno parlato in molti e non ho nessuna intenzione di aprire contenziosi con costoro...
Giochi a parte, resta la maschera: gioco, desiderio o Altra Natura.
E allora di corsa a truccare i bimbi, vedi foto, e a rimettere una maschera di cuoio e la felpa col cappuccio.
A giocare! Al fotografo.
E una streghetta mi ha regalato l'emozione di una foto non cercata: lei ferma con una luce in mano e il resto dei -mostri- che le giravano in torno. Nemmeno un'attrice consumata avrebbe avuto una simile, convinta, espressione di stupore!
Ancora la Vita che gioca. E scorre, lasciandosi guardare.
Si mostra solo un po', elegante Donna, giocando con piccole seduzioni "buttate" lì, con studiata disattenzione.
Forse attraverso una maschera, o un obbiettivo, è più semplice notarlo. Si ferma un momento. E si scopre che in quel momento la Vita sorrideva maliziosa.
sabato 22 ottobre 2011
Fermare il tempo
Doccia.
Crash. L'orologio che andava da sette anni è volato.
Il vetro zaffiro che aveva resistito a mare, scogli, vita e noncuranze varie, ha ceduto a un solo e unico lancio di mio figlio di 5 anni.
Dice che voleva metterlo sul divano. Alla russa: lancio dietro le spalle e via.
Divano mancato.
E, complice la stessa trascurata vita, non ne ho sentito un particolare dolore.
Le cose restano cose ormai. I quattro decenni passati serviranno pure a qualcosa...
E mi è sembrato un bel pretesto per qualche nuova foto.
Quelle sono in basso, per i miei due lettori.
Penso a quando sarebbe stato bello fermare il tempo. Anche con un colpo di martello.
Dalle scene dei tg di questi giorni, con un dittatore che non è più per mano di chi si è fatto come lui, a certe persone incontrate nella vita. Che hanno scelto di considerare la loro poca cosa, un istante e via.
Penso soprattutto a queste. Non per egocentrismo ma per impotenza. E a quante volte il vivere presenta il conto e costa esattamente la dignità.
E avrei voluto rompere l' orologio l'istante prima. Con i pezzetti di vetro che si incastrano tra le lancette; fermato il tempo: Non serve che paghi.
Troverò quell'orologio.
Al prossimo post!
Crash. L'orologio che andava da sette anni è volato.
Il vetro zaffiro che aveva resistito a mare, scogli, vita e noncuranze varie, ha ceduto a un solo e unico lancio di mio figlio di 5 anni.
Dice che voleva metterlo sul divano. Alla russa: lancio dietro le spalle e via.
Divano mancato.
E, complice la stessa trascurata vita, non ne ho sentito un particolare dolore.
Le cose restano cose ormai. I quattro decenni passati serviranno pure a qualcosa...
E mi è sembrato un bel pretesto per qualche nuova foto.
Quelle sono in basso, per i miei due lettori.
Penso a quando sarebbe stato bello fermare il tempo. Anche con un colpo di martello.
Dalle scene dei tg di questi giorni, con un dittatore che non è più per mano di chi si è fatto come lui, a certe persone incontrate nella vita. Che hanno scelto di considerare la loro poca cosa, un istante e via.
Penso soprattutto a queste. Non per egocentrismo ma per impotenza. E a quante volte il vivere presenta il conto e costa esattamente la dignità.
E avrei voluto rompere l' orologio l'istante prima. Con i pezzetti di vetro che si incastrano tra le lancette; fermato il tempo: Non serve che paghi.
Troverò quell'orologio.
Al prossimo post!
domenica 16 ottobre 2011
A gherrare s' istrumpa
Titolo criptico...
Per i miei due lettori, e spesso uno sono io, s' istrumpa è un' antica forma lotta sarda.
Da buona nata nell' Isola, ha profondi valori: onore e coraggio. Una scorrettezza in una di quelle gare e non sarebbe più esistito il rispetto di nessuno nel paese.
Poche regole: ci si stringe con le braccia che passano dietro la schiena per buttare a terra l'altro. Nessuno molla.
Difficilissimo farsi male ma non per questo meno serio l'incontro.
E ultimamente, pur all' oscuro di modi e tecniche, ci improvvisiamo gherridori di s' istrumpa con mio figlio grande.
14 anni, gioca a rugby da 2, 4 volte a settimana si allena, non ha preso da me l'altezza. Già oltre.
E lì ci troviamo, in quell' occasione pari a pari. E' un gioco. E comunque ha un certo rispetto per il padre.
Non manca l'impegno. Anche perchè per ora cade lui. E non mostro i dolori, anzi, lo incito ad andare avanti. Solo che il giorno dopo si fanno sentire.. E ne sono orgoglioso. Perchè sono veri.
Ed è raro trovare qualcosa di reale, di onorevole, coraggioso.
Volete sentirvi vivi? Tutti a gherrare s'istrumpa! Ogni giorno. Cadere a terra anche insieme. Ma con onore e coraggio. E non c'è sconfitta.
Al prossimo post!
Aggiornamento: Un fiore. E le primissime luci del giorno. Nuove foto. Solo per Curiosi!
Per i miei due lettori, e spesso uno sono io, s' istrumpa è un' antica forma lotta sarda.
Da buona nata nell' Isola, ha profondi valori: onore e coraggio. Una scorrettezza in una di quelle gare e non sarebbe più esistito il rispetto di nessuno nel paese.
Poche regole: ci si stringe con le braccia che passano dietro la schiena per buttare a terra l'altro. Nessuno molla.
Difficilissimo farsi male ma non per questo meno serio l'incontro.
E ultimamente, pur all' oscuro di modi e tecniche, ci improvvisiamo gherridori di s' istrumpa con mio figlio grande.
14 anni, gioca a rugby da 2, 4 volte a settimana si allena, non ha preso da me l'altezza. Già oltre.
E lì ci troviamo, in quell' occasione pari a pari. E' un gioco. E comunque ha un certo rispetto per il padre.
Non manca l'impegno. Anche perchè per ora cade lui. E non mostro i dolori, anzi, lo incito ad andare avanti. Solo che il giorno dopo si fanno sentire.. E ne sono orgoglioso. Perchè sono veri.
Ed è raro trovare qualcosa di reale, di onorevole, coraggioso.
Volete sentirvi vivi? Tutti a gherrare s'istrumpa! Ogni giorno. Cadere a terra anche insieme. Ma con onore e coraggio. E non c'è sconfitta.
Al prossimo post!
Aggiornamento: Un fiore. E le primissime luci del giorno. Nuove foto. Solo per Curiosi!
venerdì 14 ottobre 2011
Spuntino di mezzanotte.
Il lavoro a turni ha i suoi pro e contro. Tra questi ultimi, fine del turno pomeridiano alle ore 23 e 30.
Ed è semplice rientrare con quel po' di appetito che ti fà frugare tra dispensa, cesto della frutta e frigo.
E allora due mandarini, del gruviera e un bicchiere di vino. Si, pure sete...
Ah, noci. Col vino un must. Secondo bicchiere.
E quell' ultima noce, tagliata a metà, aveva una sua propria estetica: colori, sfumature, linee, contrasti.
E visto che la giornata era passata senza nemmeno una foto, ho iniziato a giocare.
40 minuti di "pose".
Due sono finite nella mia raccolta, quella in basso.
Anche se il Mistero di tanta bellezza rinchiusa in quel guscio resta.
Capita di romperle, mangiarne il gheriglio, buttarne via l'inutile guscio.
E invece hanno il mondo dentro. Il loro mondo.
Nascono, si -complicano- nella loro meraviglia, per poi cadere e dissolversi.
E generare Vita.
Il bello è che tengono per loro colori, sfumature, linee, contrasti (quelli di sopra).
Fuori solo un guscio, pure bruttino.
Ora, con le noci, seppur scritte, un bicchiere di vino.
Salute!
Al prossimo post!
Ed è semplice rientrare con quel po' di appetito che ti fà frugare tra dispensa, cesto della frutta e frigo.
E allora due mandarini, del gruviera e un bicchiere di vino. Si, pure sete...
Ah, noci. Col vino un must. Secondo bicchiere.
E quell' ultima noce, tagliata a metà, aveva una sua propria estetica: colori, sfumature, linee, contrasti.
E visto che la giornata era passata senza nemmeno una foto, ho iniziato a giocare.
40 minuti di "pose".
Due sono finite nella mia raccolta, quella in basso.
Anche se il Mistero di tanta bellezza rinchiusa in quel guscio resta.
Capita di romperle, mangiarne il gheriglio, buttarne via l'inutile guscio.
E invece hanno il mondo dentro. Il loro mondo.
Nascono, si -complicano- nella loro meraviglia, per poi cadere e dissolversi.
E generare Vita.
Il bello è che tengono per loro colori, sfumature, linee, contrasti (quelli di sopra).
Fuori solo un guscio, pure bruttino.
Ora, con le noci, seppur scritte, un bicchiere di vino.
Salute!
Al prossimo post!
giovedì 13 ottobre 2011
Nudo
Notte bianca a luci blu.
A quarantanni ho pensato bene di iniziare a volontariare con le ambulanze: corso, esame e un po' di incoscienza tipica della giovane età...
Ieri, terminato il lavoro, notte lì.
Fino all' 1 e 40 a dire fesserie, pronti per la branda e drinn. Fuori. Rientro alle 3.
Tentativo di riposo e alle 4 altro squillo. Di nuovo al letto per le 5 e 30.
Sveglia alle 7 e 30; raggiunta casa perchè la Vespa conosce la strada e nanna fino alle 11 e 30.
Più o meno.
E sembra di aver vissuto un giorno in più, un giorno nascosto tra le pieghe di altri due.
La notte passata così lascia leggere la vita con colori diversi, spostando valori e scale e priorità. E passa l' affanno del giorno.
E il titolo? Fuori tema misurabile in Unità Astronomiche? *
No.
Esco per andare al lavoro e lascio la macchina, fotografica, a casa.
Realizzo solo all' arrivo. Nudo.
Sarei potuto uscire senza pantaloni e provare identico disagevole imbarazzo.
Stasera tornerò a occhi chiusi.
Sempre in tema un autoritratto, in basso, tra le foto di Flickr.
Alla luce della luna.
Al prossimo post!
* Unità astronomica
Nella sua orbita la Terra viene a trovarsi, durante l'anno, a distanze diverse dal Sole, da un minimo di circa 147 milioni di chilometri (perielio) a un massimo di circa 152 milioni di chilometri (afelio). La distanza media è di 149 597 870,691 chilometri. Espressa in unità SI risulta essere circa 1,496 × 1011 m.
In realtà il valore dell'unità astronomica è definito tecnicamente dal 1976 come il raggio di un'orbita circolare lungo la quale un corpo di massa trascurabile, libero da perturbazioni, orbiterebbe intorno al Sole in
giorni, dove k è la costante gravitazionale di Gauss.
Nozione fornita senza alcun costo aggiuntivo. AN
A quarantanni ho pensato bene di iniziare a volontariare con le ambulanze: corso, esame e un po' di incoscienza tipica della giovane età...
Ieri, terminato il lavoro, notte lì.
Fino all' 1 e 40 a dire fesserie, pronti per la branda e drinn. Fuori. Rientro alle 3.
Tentativo di riposo e alle 4 altro squillo. Di nuovo al letto per le 5 e 30.
Sveglia alle 7 e 30; raggiunta casa perchè la Vespa conosce la strada e nanna fino alle 11 e 30.
Più o meno.
E sembra di aver vissuto un giorno in più, un giorno nascosto tra le pieghe di altri due.
La notte passata così lascia leggere la vita con colori diversi, spostando valori e scale e priorità. E passa l' affanno del giorno.
E il titolo? Fuori tema misurabile in Unità Astronomiche? *
No.
Esco per andare al lavoro e lascio la macchina, fotografica, a casa.
Realizzo solo all' arrivo. Nudo.
Sarei potuto uscire senza pantaloni e provare identico disagevole imbarazzo.
Stasera tornerò a occhi chiusi.
Sempre in tema un autoritratto, in basso, tra le foto di Flickr.
Alla luce della luna.
Al prossimo post!
* Unità astronomica
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Unità Astronomica)
Vai a: navigazione, cerca
In astronomia, l'unità astronomica (U.A., o semplicemente UA, a volte anche AU dalla dizione inglese) è un'unità di misura pari circa alla distanza tra il pianeta Terra e il Sole. Sebbene non rientri tra le unità di misura del Sistema internazionale, il suo uso è esteso tra gli astronomi ancora oggi.Nella sua orbita la Terra viene a trovarsi, durante l'anno, a distanze diverse dal Sole, da un minimo di circa 147 milioni di chilometri (perielio) a un massimo di circa 152 milioni di chilometri (afelio). La distanza media è di 149 597 870,691 chilometri. Espressa in unità SI risulta essere circa 1,496 × 1011 m.
In realtà il valore dell'unità astronomica è definito tecnicamente dal 1976 come il raggio di un'orbita circolare lungo la quale un corpo di massa trascurabile, libero da perturbazioni, orbiterebbe intorno al Sole in
giorni, dove k è la costante gravitazionale di Gauss.Nozione fornita senza alcun costo aggiuntivo. AN
martedì 11 ottobre 2011
Quarantuno
Nemmeno iniziato e già con le rettifiche.
E' che a quaranta anni avevo pensato di scrivere qualcosa; nel frattempo sono arrivati i quarantuno.
Senza troppo clamore.
E qui sarà lettera aperta con quanti vorranno leggere, curiosare, criticare, quanto passa per la vita di un quarantenne (si, 41, ma "quarantunenne" non si può leggere. fino a 50 sarà così. Compiuti.)
E parlando di vita inizierei dai figli: ogni ispirazione infatti trova in loro origine e senso.
C'è anche l' amore, certo. Ma quello segue la luna. E le maree. I bimbi restano.
Due parole due su me:
Aspirante fotografo, escapologo (già, quelli che se ne escono da corde, catene, camice di forza o combinazioni di questi all' occorrenza...) nato al mare e trapiantato in città. In cerca di antichi passati e nuovo futuro.
Al prossimo post!
E' che a quaranta anni avevo pensato di scrivere qualcosa; nel frattempo sono arrivati i quarantuno.
Senza troppo clamore.
E qui sarà lettera aperta con quanti vorranno leggere, curiosare, criticare, quanto passa per la vita di un quarantenne (si, 41, ma "quarantunenne" non si può leggere. fino a 50 sarà così. Compiuti.)
E parlando di vita inizierei dai figli: ogni ispirazione infatti trova in loro origine e senso.
C'è anche l' amore, certo. Ma quello segue la luna. E le maree. I bimbi restano.
Due parole due su me:
Aspirante fotografo, escapologo (già, quelli che se ne escono da corde, catene, camice di forza o combinazioni di questi all' occorrenza...) nato al mare e trapiantato in città. In cerca di antichi passati e nuovo futuro.
Al prossimo post!
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